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un popolo ignorante è più facile da governare

Appunti per la (non) violenza sulle donne

Sabato scorso, a Lagonegro, ho avuto il piacere di partecipare ad un incontro multidisciplinare sulla violenza di genere. Argomento che viene spesso 108H strumentalizzato, non solo dai media ma dalle stesse donne. Quelle stesse donne che, si nascondono dietro una ballata dell’8 marzo, con la consapevolezza di aver trovato la propria emancipazione. Di retorica insomma, ne abbiamo sentito a fiumi, nella vita quotidiana come anche nel convegno.

In particolare, uno degli argomenti principe, era la violenza in rete. E così, molti avvocati, forza di polizia, esponenti dell’associazionismo, parlavano di questa “nuova violenza”, come si stesse parlando dell’Isis. Solo verso la fine, ho sentito degli spunti che richiamavano all’attenzione in materia. Grazie soprattutto ad esponenti degli “Stati Generali dell’Innovazione”.

Orbene che, la violenza esiste in quanto violenza. E non dipende dal mezzo. Può essere esercitata attraverso un pugnale, con l’uso delle mani, e consumata su un social network. Ma non sarà colpa del pugnale, delle mani o del social di turno. Non è possibile demonizzare lo strumento. E questo costituisce proprio un passaggio fondamentale del mio saggio.

E quali rimedi ci sono? Bella domanda. Credo che sul punto si stanno ancora confrontando accademici, educatori, psicologi. Il mio solo e semplice consiglio che mi sento di dare è: investire sulla comunicazione. Sia perché è uno dei fattori di contrasto a quella forma di cultura ancorata al Medioevo, secondo la quale la donna è un essere inferiore, ed anche per non lasciare da soli le vittime. Non è possibile assistere a dei commenti positivi a chi si macchia di episodi di violenza.

Comunicare quindi, inteso come essere disponibili all’ascolto, mostrando la propria disponibilità e solidarietà. Denunciare ciò che accade, e non restare impassibili, inermi, inattivi. Anche una semplice parola, un breve scambio di battute, un sorriso, può rappresentare tanto. Non ci renderà più poveri e probabilmente sarà un arricchimento per chi lo riceve.

Infine, sempre seguendo il ragionamento che il web non è solo nemico del demonio, ma può aiutare nella vita di tutti i giorni, bisogna menzionare il portale Donne che contano, promosso da Action Aid, ovvero una piattaforma studiata per monitorare l’utilizzo delle risorse pubbliche stanziate per la violenza sulle donne.

Grazie alla pubblicazione e l’analisi con i dati aperti, sarà possibile procedere ad un’azione di trasparenza e verificare quanti e quali fondi vengono gestiti dalle Regioni e soprattutto con quali risultati. Per capire che, se effettivamente ci sono buone pratiche, è giusto che vengano replicate altrove.

23 marzo 2015 - Posted by | Innovazione | , , , , , , , , , , , ,

3 commenti »

  1. Condivido questo articolo in pieno.
    Ignorare questi fatti serve a peggiorare solo.

    Commento di Alessandra | 24 marzo 2015 | Rispondi

  2. Grazie mille, Alessandra. Ignorando i problemi si finisce con il farli poi esplodere più forte di prima. 😉

    Commento di ilpicchioparlante | 24 marzo 2015 | Rispondi

    • Quello che dico sempre anche io.
      Molto silenzio serve solo a far agire indisturbati gli altri.

      Commento di Alessandra | 24 marzo 2015 | Rispondi


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