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un popolo ignorante è più facile da governare

Non tutto il bene viene raccontato

Il fatto che siamo abituati a raccontare ciò che non va bene, a partire dalla PA e passando anche per i privati (che beninteso non sono tutti belli, bravi e buoni), ciò che potrebbe essere svolto diligentemente in altro modo, ci ha fatto stare meglio? Ha permesso di migliorare ogni aspetto criticato? ecopol-1Non sempre. Per dirla alla maniera più favorevole.

Effettivamente è successo molto spesso che, nel momento in cui si denuncia una determinata attività, (che sia dunque, una gestione di un servizio pubblico o un lavoro privato) il titolare della stessa si sentirebbe “protetto” da quel meccanismo divino scriminante dettato dalla celebre affermazione “E allora, a Roma come fanno?”: oppure un più generico “così fan tutti…altrove anche peggio”.

Quel nostro abominevole pensiero scusante che continua a farci sprofondare nel baratro. Culturalmente, prima che dal punto di vista economico. Certo, ogni giorno sentiamo la stima dei danni che corruzione, burocrazia e criminalità ci provocano, ed è fisiologico che al comune cittadino viene in mente di “emulare” questi modelli. La celebre teoria della “finestre rotte” in un certo senso ci spiega proprio questo, dal punto di vista sociologico.

Questa è una delle sfide che dobbiamo affrontare con la determinazione di chi non si accontenta di pochi buon esempi.  Anzi, forse sarà proprio grazie al continuo racconto di essi che si riuscirà ad incrementarli. Ne sentiamo poco parlare in giro, ma non per questo non ci sono i buoni comportamenti.

Ci fornisce un contributo il saggio Michele Vianello:

Ma, nelle città -e in Italia- non avvengono solo negatività. Nelle nostre città, quotidianamente, vengono generate milioni di azioni virtuose.Sono azioni che si esprimono in ogni ambito del nostro vivere urbano: nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nelle nostre case, milioni persone generano valore civile ed economico. Milioni di persone, inconsapevolmente, svolgono semplici atti che generano sostenibilità ambientale, migliorano il traffico, sostengono una persona svantaggiata, producono in modo diverso straordinari prodotti.

Ecco il punto è proprio questo. Perché non raccontare queste azioni positive, con l’auspicio che da esso possa intraprendersi un ciclo virtuoso di buone notizie e buone pratiche, dalle quali prendere esempio e fornire gli stimoli giusti?Amministrare bene non è un’utopia. Potrebbe essere anche una mancanza di modelli. E per il bene del Paese, non è detto che i modelli debbano essere solo coloro che si siedono sui troni della De Filippi. 

10 marzo 2015 - Posted by | Innovazione | , , , , , , , , , , ,

2 commenti »

  1. […] Grazie alla pubblicazione e l’analisi con i dati aperti, sarà possibile procedere ad un’azione di trasparenza e verificare quanti e quali fondi vengono gestiti dalle Regioni e soprattutto con quali risultati. Per capire che, se effettivamente ci sono buone pratiche, è giusto che vengano replicate altrove. […]

    Pingback di Appunti per la (non) violenza sulle donne « ilpicchioparlante | 23 marzo 2015 | Rispondi

  2. […] inoltre iniziare a raccontare esempi virtuosi  per esprimere il concetto che la regola non deve e non può essere la corruzione, bensì la buona […]

    Pingback di Davvero la corruzione ci costa 60 miliardi? « ilpicchioparlante | 2 aprile 2015 | Rispondi


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