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un popolo ignorante è più facile da governare

Si fa presto a dire banda larga

Questo post nasce in seguito ad una riflessione su un commento ricevuto ad un mio precedente articolo, avente come tema i lavori dell’agenda digitale. L’autore ha preferito non firmarsi, ma voglio ringraziarlo ugualmente visto che mi ha fornito la possibilità di ampliare il discorso.

L’anonimo lettore ha giustamente ammonito sul fatto che prima di parlare di banda larga e in seguito di digitalizzazione, bisogna prima parlare di Banda Minima Garantita, ovvero quanto può essere efficiente una connessione. La BMG è la quantià minima che gli Internet Service Provider dovrebbero garantire per la trasmissione dei dati, e molto spesso non se ne fa menzione alcuna quando si propone un contratto ad un potenziale cliente.

Il perchè è presto detto: si finirebbe con l’annunciare delle promesse che difficilmente si riuscirebbero a mantenere, rischiando di fare una figuraccia colossale dinanzi ad una persona preparata -almeno un minimo- sull’argomento. E tenere fede alle promesse, significa che una volta che tu Provider mi assicuri una soglia minima di navigazione, nel momento in cui non raggiungo questo tot prefissato dovrei avere un risarcimento dall’azienda-continua il mio lettore anonimo- magari con degli sconti in bolletta.

L’Agcom, già da un pò di tempo, ha provato a fornire un minimo di garanzia agli utenti ma non è che il risultato sia migliorato di moltissimo. Così troppo spesso capita di vedere l’Italia nei bassifondi delle classifiche relative alla penetrazione del web, e capiamo perchè l’economia digitale arranca ad esprimere tutto il suo potenziale. La sfida rimane sempre la medesima: prima ancora di riempirsi d’aria parlando di smart cities, agenda digitale e altre cose simili, dovremmo concentrare ancora tantissime energie per abbattere il digital divide che ci rende ancora un Paese troppo analogico.

E non solo con il resto dell’Europa e del mondo, ma già vedendo le enormi disuguaglianze di connessione -tutt’oggi esistenti- tra Nord e Sud anche in quest’ambito. Il problema è dunque innanzitutto infrastrutturale, ed è ovvio che il periodo di crisi non aiuta a risolvere il problema. Constatare che poco più della metà della popolazione ha un accesso ad Internet(60% circa), e poco meno della metà utilizza lo stesso strumento frequentemente (42%), non significa dover prendere sottogamba il problema. Ma invero, prendere coscienza dell’enorme potenzialità che il web ha per poter far ripartire l’economia e decidere, finalmente, di fornire le basi necessarie -un adeguamento della copertura-per risolvere questo problema.

 

26 marzo 2012 - Posted by | Innovazione | , , , , , , ,

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